Roma. Piazza Trilussa, sabato 28 gennaio, dalle ore 18 si riempie di militant* e gruppi di varie aree. La piazza si affaccia sul lungotevere e su ponte Sisto. Sin dall’inizio del presidio la piazza è blindata; una militarizzazione massiccia che rende difficile l’accesso. Sono tanti i poliziotti in borghese, mentre le videocamere riprendono tutto a 360°.
Dopo una settimana intera di presidi serali quotidiani a largo Cairoli, accanto al Palazzo di Grazia e Giustizia, pure noi compagnə ci siamo concessi una serata nel quartiere della movida…in solidarietà con Alfredo Cospito, che sta rischiando la vita per denunciare l’ergastolo ostativo e il regime carcerario del 41bis, una vera e propria tortura che ha lo scopo di seppellire vivo chi ci finisce. È una condanna a morte lenta ed inesorabile. Sabato 28 era il 101esimo giorno di sciopero della fame di Alfredo.
Eravamo più di 300 compagnə di diverse realtà che condividono la lotta per le condizioni e la sofferenza di Cospito. Grande era la determinazione e la voglia di partire in corteo.
Davanti a noi, nello sbarramento dei pretoriani del governo in tenuta antisommossa, era palpabile la tensione. Con i blindati ci hanno chiuso alla vista il lungotevere…dando però ad intendere che un corteo scortato fino al Circo Massimo sarebbe stato possibile, purché non ci si addentrasse per le vie del commercio e del divertimento dentro Trastevere… Le solite pantomime della Digos (come avremmo potuto raggiungere il lungotevere, scavalcando i furgoni della Celere?), abituata a trattare situazioni del genere, a parlottare, ad avvicinarsi con fare confidenziale e rassicurante, quando il loro unico fine è la repressione.
Come accaduto al gruppetto di 5-6 compagnə usciti dalla piazza verso le 18:30 per fare volantinaggio intorno a ponte Sisto. Sono stati accerchiati, aggrediti, (hanno persino rotto gli occhiali di una compagna) e fatti rientrare con la forza nella piazza…malgrado con le mani alzate gridassero che “è solo un volantinaggio…solo un volantinaggio!”, per il quale non è necessaria l’autorizzazione (Legge n. 212 del 4/4/56 Art. 6 e relativa Circolare del Ministero degli Interni del 1993).
Quando verso le 20 era chiaro a tuttə che non sarebbe stato possibile il corteo e che non avrebbe avuto molto senso, né avrebbe giovato alla causa di Cospito, uno scontro a mani nude contro un esercito ben equipaggiato, si è deciso di sciogliere il presidio e di rivederci l’indomani sera per un’assemblea a San Lorenzo.
A quel punto, con il pretesto che i manifestanti si sarebbero potuti raggruppare altrove, hanno chiuso la piazza…facendo salire la rabbia tra i compagnə e l’adrenalina tra i “servitori dello Stato”. Mentre due poliziotti sono arrivati persino a menarsi tra di loro, dei compagnə sono riusciti ad allontanarsi da uno strettissimo passaggio tra un’edicola e un muro che sbucava proprio dietro il cordone di sbirri, intenti a respingere tuttə indietro nella piazza. È allora che la gente ha cominciato a spargersi nei vicoli all’interno di Trastevere, che sono partite le cariche, gli inseguimenti e i fermi. Alla fine se ne conteranno, ironia dei numeri, proprio 41…La celere ha rincorso un gruppo di circa 30 compagnə bloccandolo in un garage. Tra gli intrappolati qualcun* è stat* identificat*, gli altrə portat* in questura. Alle prime ore della mattina di domenica tuttə i compagnə sono stat* rilasciat*. C’è chi è rientrato coi dolori per le manganellate subite.
La mobilitazione “contro tutte le galere che sono solo macerie”, contro la “giustizia del capitale e dei padroni” non si fermerà. La volontà di lottare per la libertà e l’uguaglianza, e cioè per la giustizia sociale è inarrestabile. Se ci possono essere delle differenze tra i compagnə sulle modalità di azione, non ce ne sono sugli obiettivi finali. La solidarietà nella lotta contro il 41bis e la repressione degli stati è totale. Come abbiamo cantato in coro: “Il nostro amore per la libertà è più forte di ogni autorità”.
Una compagna presente